Traduzione di: Silvia
Scuotto
Originally appeared on: Open culture, by Josh Jones
http://www.openculture.com/2014/09/haruki-murakami-describes-the-essential-qualities-for-novelists.html
Vi abbiamo
parlato moltissimo di Haruki Murakami ultimamente, e per una buona
ragione. Non solo il popolarissimo romanziere giapponese ha
pubblicato un nuovo romanzo, ma è anche in arrivo una novella, La Strana Biblioteca [N.d.T.1], una storia di 96 pagine riguardante uno "strano
giro in biblioteca", edito da Knopf, in uscita il 2 dicembre.
Mirabilmente prolifico, scrivendo pressappoco 3-4 romanzi per
decennio dal primo nel 1979, e alcune raccolte di racconti e saggi,
il notoriamente timido Murakami ha iniziato a scrivere un po' tardi
nella vita, all'età di 30 anni, e a correre anche più tardi, a 33.
Quest'ultima attività gli ha dato una grande quantità di materiale
per il suo saggio L'arte di correre.
Come altri
autori che scrivono pezzi di saggistica sui propri passatempi -
Jamaica Kincaid sul giardinaggio, Hemingway sulla caccia - nel suo
libro sulla corsa, Murakami non può fare a meno di trasformare la
sua passione per il fitness in una metafora per la lettura e la
scrittura. Data la sua naturale reticenza, inizia, con una
precisazione: "un gentiluomo non dovrebbe andare ripetendo
quello che fa per rimanere in forma."
Tuttavia,
l'ultra-maratoneta non può fare a meno di indulgere. A un certo
punto, lo scrivere sul correre si trasforma nello scrivere sulla
scrittura, e in una sintesi delle qualità che deve avere un valido
scrittore. Leggiamo i suoi pensieri condensati a seguire.
Talento:
Come
Flannery O'Connor, di cui abbiamo citato i pensieri sul grado MFA [N.d.T.2] un
paio di giorni fa, Murakami incornicia il talento come un attributo
che non può essere insegnato o acquisito. Per lo scrittore, il
talento è "più un prerequisito che una qualità necessaria
[...] Non importa quanto entusiasmo e impegno tu metta nella
scrittura, se manchi completamente di talento letterario puoi
dimenticare di diventare un romanziere". Si potrebbe dire che
tutto ciò sia scontato, ma per qualche motivo, sembra che le persone
intrattengano l'idea di diventare uno scrittore più a lungo rispetto
a quella di diventare, per esempio, un musicista o un pittore. Forse
è per questo che Murakami poi fa un'analogia alla musica come una
ricerca in cui, idealmente, l'attitudine naturale è indispensabile.
Ma nel menzionare due dei suoi compositori preferiti, Schubert e
Mozart, Murakami puntualizza che questi sono esempi di artisti "il
cui genio è uscito in un tripudio di gloria". E si affretta a
precisare che "per la stragrande maggioranza di noi questo non è
il modello che seguiamo". Il romanziere come corridore, potremmo
dire, dovrebbe allenarsi per una carriera correndo maratone.
Concentrazione:
Murakami
come corridore, medita un articolo dell'Economist, è "se non un
pazzo [...] un uomo molto concentrato". Lo si dovrebbe essere
per finire 27 maratone, tra le quali una mostruosa 62 miglia in
Hokkaido, e diversi triathlon. Le qualità che lo servono nella sua
disciplina fisica sono anche quelle che egli identifica come
necessarie al romanziere. Murakami definisce la concentrazione come
"la capacità di canalizzare tutti i propri limitati talenti su
ciò che è importante in un dato momento. Senza questo non si può
realizzare nulla di valore. Lui "generalmente si concentra sul
lavoro per tre o quattro ore ogni mattina. Mi siedo alla mia
scrivania e mi concentro totalmente su quello che sto scrivendo. Non
vedo altro, non penso ad altro". Le memorie sulla corsa di
Murakami possono contenere "lunghe descrizioni di programmi di
allenamento e della dieta", ma quando si tratta di scrivere,
sembra che ci sia un solo modo schiacciante per occuparsi della cosa.
Sedersi e farlo.
Resistenza:
Ti consideri
più uno scattista? Forse è meglio attenersi ai racconti brevi. "Se
vi concentrate sulla scrittura per tre o quattro ore al giorno e vi
sentite stanchi dopo una settimana" riprende Murakami, "non
sarete in grado di scrivere un lavoro lungo. Ciò che è necessario
allo scrittore di narrativa – o almeno a uno che spera di scrivere
un romanzo - è l'energia di concentrarsi ogni giorno per sei mesi, o
un anno, o due anni. Fortunatamente, queste due discipline –
concentrazione e resistenza - sono diverse dal talento, in quanto
possono essere acquisite e migliorate attraverso l'allenamento".
"L'atto
di acquisizione" scrive Murakami, "è un po' come
l'allenamento dei muscoli di cui ho scritto un momento fa. Coinvolge
lo stesso processo del correre ogni giorno per rafforzare i muscoli e
sviluppare il fisico di un corridore".
Chiaramente
c'è poco spazio per stare con la testa tra le nuvole in attesa
dell'ispirazione. Per estendere l'analogia, questo potrebbe essere
paragonato al raro desiderio a cui si arriva nel provare una nuova,
stimolante routine, un impulso che svanisce abbastanza rapidamente
una volta che le cose si fanno dolorose e monotone. Ma per la
scrittura, suggerisce Murakami, a volte è sufficiente solo essere
presenti. Egli si riferisce alla disciplina di Raymond Chandler, il
quale "ha fatto in modo di sedersi alla scrivania ogni singolo
giorno e concentrsi", anche se non scriveva una parola. Si
tratta di un'immagine adatta per quello che Murakami descrive come il
bisogno dello scrittore di "trasmettere l'oggetto della vostra
attenzione a tutto il corpo". Mi chiedo se si vada troppo oltre
nell'affermare che questa frase tradisce il vero soggetto del libro
sulla scrittura di Murakami.
---
Josh Jones è
uno scrittore e musicista con base a Durham, NC. Seguitelo su
@jdmagness
Note del Traduttore
N.d.T.1: Edito in italiano da Einaudi, in uscita il 17 novembre 2015
N.d.T.2: Master of
Fine Arts, richiede in genere 2-3 anni di studio post-laurea breve
(bachelor's degree, BFA)
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