Traduzione di: Silvia
Scuotto
Originally appeared on:
The New Yorker, by Janet Elise Johnson
Photographs by: Moa
Karlberg
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S, Svezia |
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P, Tanzania |
Le fotografie della serie
"Hundred Times the Difference"
[N.d.T.], della fotografa
Moa Karlberg, catturano, in primo piano, i volti di alcune donne
nelle fasi finali del parto. Attraverso le immagini, vi è una vasta
gamma di espressioni: coraggio e sensualità, trepidazione e attesa,
dolore ed euforia. Ma nella loro intima prospettiva, le fotografie
sottolineano la comune esperienza delle donne - l'intima
concentrazione e la determinazione fisica nei loro ultimi e
trasformativi momenti nel diventare madri.
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N, Svezia |
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J, Tanzania |
Guardando con attenzione,
però, vedrete segni - sfondi bianchi sterili in alcune foto e
tessuti fantasia in altre; un ago da agopuntura al centro di una
fronte - che le donne nelle fotografie di Karlberg stanno vivendo
esperienze di parto drasticamente diverse. Metà delle foto sono
state scattate in Svezia e metà in Tanzania. Nel primo paese, quasi
tutte le nascite avvengono negli ospedali, dove le donne hanno
accesso al supporto delle ostetriche, le quali sono assistite da una
sofisticata tecnologia medica, ove necessario. In Tanzania, invece,
solo la metà delle nascite avviene in strutture mediche, e queste
spesso si verificano in luoghi che mancano anche dei servizi più
elementari.
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M, Svezia |
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E, Tanzania |
In una dichiarazione sul
progetto, Karlberg, nativa svedese che ha viaggiato in Tanzania nel
mese di giugno, con il sostegno della International Women’s Media
Foundation, descrive la disparità tra le scene a cui ha potuto
assistere in due luoghi. Nel suo paese d'origine, «La donna che sta
per partorire è sdraiata sulle lenzuola bianche dell'ospedale
pubblico... Accanto a lei c'è il marito, che le accarezza la
schiena, parlandole per darle supporto, aiutandola a concentrarsi sul
proprio respiro. Musica dagli altoparlanti. Acqua e succo di frutta
sono sul tavolo accanto al letto regolabile in altezza. La donna ha
una sua stanza e un bagno privato con vasca. Gli antidolorifici sono
disponibili su richiesta." In Tanzania, "la donna che sta
per partorire è sdraiata su una branda nuda e arrugginita, coperta
di tessuti che ha portato con sé. Il rubinetto dell'acqua non
funziona, e se anche fosse, l'acqua non sarebbe potabile. Se deve
urinare c'è un secchio sul pavimento. Non vi è alcun membro della
famiglia al suo fianco, ma altre tre donne, in brande analoghe e in
varie fasi del travaglio, condividono la sua stanza. Mentre si
lamentano, le infermiere dicono loro di stare tranquille. Poiché non
vi sono antidolorifici, le donne hanno bisogno di risparmiare le
forze per le spinte finali." Come risultato di queste estreme
disparità, e la corrispondente differenza nella capacità di
trattare le complicazioni mediche, il rischio di morire durante il
parto in Tanzania è cento volte superiore a quello in Svezia.
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K, Svezia |
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S, Tanzania |
Ma nonostante questo
abisso tra le nazioni per quel che riguarda la salute materna,
spiegazioni semplici come occidente-migliore e modernizzazione-cura
sono insufficienti. Come suggerisce Karlberg nell'ultima foto qui
mostrata, una donna originaria dell'Uganda, che partorisce in Svezia
– la Svezia ha sperimentato un'ondata di immigrati negli ultimi
quattro decenni, molti dei quali rifugiati da luoghi dilaniati dai
conflitti come l'Iraq, l'Eritrea , la Somalia, e ora la Siria.
Sebbene la Svezia si sia dimostrata
più accogliente di altre nazioni europee nell'attuale crisi dei rifugiati, il governo - influenzato
dai democratici svedesi di estrema destra, che hanno ricevuto il
sostegno di un elettore su otto nelle elezioni parlamentari del 2014
- è diventato più nativista e avaro circa il suo stato sociale. In
Tanzania, nel frattempo, i tassi di mortalità materni sono
lievemente migliorati negli ultimi anni poichè il paese ha
registrato una impressionante crescita economica ed estesi aiuti
stranieri, ma i tassi di oggi sono gli stessi che erano sessant'anni
fa. In entrambi i paesi, gli assistenti al parto, che sono quasi
tutte le donne, sono sottopagati e oberati di lavoro.
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A, Svezia |
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A, Tanzania |
Nelle crude fotografie di
Karlberg, queste molte iniquità sembrano al contempo evidenziate e
cancellate. Le sue straordinarie, disadorne quasi-mamme sembrano
trionfare in modi indipendenti da ciò che le circonda, e nonostante
gli ostacoli alla responsabilizzazione che si estendono attraverso le
linee razziali, etniche e nazionali. Ma gli ostacoli rimangono.
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L, Svezia |
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M, Tanzania |
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B, Svezia |
Nota del Traduttore
N.d.T.: "Cento
volte la differenza"
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