Traduzione di: Silvia Scuotto
Originally appeared on: The New York Times, by Oliver Sacks
Aspetto con
entusiasmo, quasi con cupidigia, l'arrivo settimanale di riviste come
Nature e Science, e andare subito agli articoli sulle scienze fisiche
- non, come forse dovrei, agli articoli sulla biologia e sulla
medicina. Furono le scienze fisiche le prime a incantarmi da ragazzo.
In un numero
recente di Nature, c'era un articolo entusiasmante del fisico premio
Nobel Frank Wilczek su un nuovo modo di calcolare le masse
leggermente diverse di neutroni e protoni. Il nuovo calcolo conferma
che i neutroni sono lievemente più pesanti rispetto ai protoni - con
un rapporto delle loro masse di 939,56563 a 938,27231 - una
differenza banale, si potrebbe pensare, ma se fosse altrimenti
l'universo come lo conosciamo non si sarebbe mai potuto sviluppare.
La possibilità di poterla calcolare, ha scritto il dottor Wilczek,
"ci incoraggia a prevedere un futuro in cui la fisica nucleare
raggiungerà il livello di precisione e la versatilità che ha già
raggiunto la fisica atomica" - una rivoluzione che, ahimè, io
non vedrò mai.
Francis
Crick era convinto che il "problema difficile" -
comprendere come il cervello dia origine alla coscienza – sarebbe
stato risolto entro il 2030. "Vedrai", diceva spesso al mio
amico neuroscienziato Ralph, "e potresti anche tu, Oliver, se
vivrai fino alla mia età ". Crick ha vissuto quasi fino a 90
anni, lavorando e pensando alla coscienza fino all'ultimo. Ralph è
morto prematuramente, a 52 anni, e ora io ho una malattia terminale,
all'età di 82 anni. Devo dire che io non mi sono troppo interessato
al "problema difficile" della coscienza - anzi, io non lo
vedo affatto come un problema; ma sono triste perché non vedrò la
nuova fisica nucleare che figura il dottor Wilczek, né mille altre
scoperte nel campo delle scienze fisiche e biologiche.
Qualche
settimana fa, in campagna, lontano dalle luci della città, ho visto
tutto il cielo "impolverato di stelle" [N.d.T.1] (nelle
parole di Milton); un cielo simile, ho immaginato, potrebbe essere
visto solo da secchi altipiani, come quello di Atacama in Cile (dove
si trovano alcuni dei telescopi più potenti del mondo). È stato
questo splendore celeste che improvvisamente mi ha fatto capire
quanto poco tempo, quanta poca vita, mi rimaneva. Il mio senso di
bellezza del cielo, di eternità, era inseparabilmente mista per me a
un senso di transitorietà - e morte.
Ho detto ai
miei amici Kate e Allen, "Mi piacerebbe vedere di nuovo un cielo
simile quando starò morendo."
"Porteremo
la sedia a rotelle fuori", mi hanno detto.
Sono stato
confortato, da quando nel mese di febbraio ho scritto di avere un
cancro metastatico, dalle centinaia di lettere che ho ricevuto, le
manifestazioni di amore e apprezzamento, e la sensazione che
(nonostante tutto) forse ho vissuto una vita buona e utile. Sono
molto contento e grato di tutto questo - ma niente di tutto ciò mi
colpisce come ha fatto quel cielo notturno pieno di stelle.
Ho avuto la
tendenza fin dall’infanzia ad aver a che fare con la perdita -
perdere le persone a me care - rivolgendomi al non umano. Quando sono
stato mandato in collegio a 6 anni, all'inizio della Seconda Guerra
Mondiale, i numeri sono diventati miei amici; quando sono tornato a
Londra a 10 anni, gli elementi e la tavola periodica sono diventati i
miei compagni. Momenti di stress per tutta la mia vita mi hanno
portato ad avvicinarmi, o tornare, alle scienze fisiche, un mondo
dove non c'è vita, ma neanche morte.
E adesso, in
questo frangente, quando la morte non è più un concetto astratto,
ma una presenza - una fin troppo vicina, presenza che non può essere
negata – mi sto circondando nuovamente, come ho fatto quando ero
ragazzo , di metalli e minerali, piccoli emblemi d'eternità. Ad
un’estremità della mia scrivania, ho l’elemento 81 in una
scatolina, inviatami dagli amici degli elementi in Inghilterra: dice,
"Buon compleanno di Tallio", un ricordo del mio 81°
compleanno lo scorso luglio; poi, un regno devoto al piombo,
l’elemento 82, per il mio 82° compleanno appena festeggiato
all'inizio del mese. Proprio qui, in un piccolo scrigno di piombo, è
contenuto l’elemento 90, torio, torio cristallino, bello come
diamanti, e, naturalmente, radioattivo - da qui il cofanetto di
piombo.
All’inizio
dell’anno, nelle settimane dopo che ho saputo di avere il cancro,
mi sentivo abbastanza bene, nonostante il mio fegato fosse per metà
occupato da metastasi. Quando il cancro nel mio fegato è stato
trattato nel mese di febbraio con l’iniezione di piccole bolle
nelle arterie epatiche - una procedura chiamata embolizzazione - mi
sono sentito malissimo per un paio di settimane, poi benissimo,
carico di energia fisica e mentale. (Le metastasi erano state quasi
tutte spazzate via dall’embolizzazione.) Mi era stata data non una
remissione, ma una pausa, un momento per approfondire le amicizie,
vedere i pazienti, scrivere, e tornare alla mia terra d’origine,
l’Inghilterra. In quel periodo la gente stentava a credere che
avessi una condizione terminale, e potevo facilmente dimenticarmene
io stesso.
Questo senso
di salute ed energia ha cominciato a declinare tra maggio e giugno,
ma sono stato in grado di festeggiare il mio 82° compleanno in
grande stile. (Auden diceva che bisogna sempre festeggiare il proprio
compleanno, non importa come ci si sente.) Ma ora ho qualche nausea e
perdita di appetito; brividi nel corso della giornata, sudorazioni
notturne; e, soprattutto, una stanchezza diffusa, con improvviso
senso di sfinimento se esagero le cose. Continuo a nuotare tutti i
giorni, ma più lentamente ora, dato che sto cominciando a sentire un
po' il fiato corto. Potevo negarlo prima, ma ora so che sono malato.
Una TAC il 7 luglio ha confermato che le metastasi non solo sono
ricresciute nel mio fegato, ma si sono ormai diffuse anche altrove.
Ho iniziato
un nuovo tipo di trattamento - immunoterapia - la scorsa settimana.
Non è priva di rischi, ma spero che mi darà qualche altro mese
buono. Ma prima di iniziarlo, volevo divertirmi un po’: un viaggio
in North Carolina per vedere il meraviglioso centro di ricerca sui
lemuri presso la Duke University. I lemuri sono vicini al ceppo
ancestrale dal quale sono nati tutti i primati, e sono felice di
pensare che uno dei miei antenati, 50 milioni di anni fa, era una
piccola creatura che viveva sugli alberi non molto dissimile dai
lemuri di oggi. Amo la loro vitalità salterina, la loro natura
curiosa.
Accanto al
cerchio di piombo sul mio tavolo c’è la terra di bismuto: bismuto
naturale dall’Australia; piccoli lingotti di bismuto a forma di
limousine da una miniera in Bolivia; bismuto fuso raffreddato
lentamente per formare bei cristalli iridescenti terrazzati come un
villaggio Hopi; e, in un’allusione a Euclide e alla bellezza della
geometria, un cilindro e una sfera in bismuto.
Il bismuto è
l’elemento 83. Non credo che vedrò il mio 83° compleanno, ma
sento che c'è qualcosa di speranzoso, qualcosa di incoraggiante,
nell’avere un po’ di "83" in giro. Inoltre, ho un
debole per il bismuto, un metallo grigio modesto, spesso non
considerato, ignorato, anche dagli amanti del metallo. I miei
sentimenti come medico per i maltrattati o gli emarginati si
estendono nel mondo inorganico e trovano un parallelo nel mio affetto
per il bismuto.
Quasi
certamente non vedrò il mio (84°) compleanno del polonio, nè
vorrei del polonio in giro, con la sua intensa radioattività
omicida. Ma poi, all’altro capo del tavolo - la mia tavola
periodica - ho un bellissimo pezzo di berillio (elemento 4) per
ricordarmi della mia infanzia, e di quanto tempo fa la mia vita,
quasi finita, è iniziata.
---
Oliver Sacks
è professore di neurologia presso la New York University School of
Medicine e, più recentemente, autore del libro di memorie "In
movimento" [N.d.T.2]
Note del
Traduttore
N.d.T.1:
Paradiso perduto, libro VII
N.d.T.2:
Collana Biblioteca, Adelphi, Milano, 2015 (in pubblicazione a
ottobre)
Ottima traduzione di un bellissimo articolo di Oliver Sacks
RispondiEliminaSilvia, permettimi di ringraziarti, mi dai l'opportunità di farlo leggere a mia moglie che adora Sacks ma non legge in inglese.
Saluti
-Antonio Bardi-
Bellissimo articolo
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