martedì 3 novembre 2015

La lista delle tre qualità essenziali per tutti gli scrittori (e i corridori) seri di Haruki Murakami

Traduzione di: Silvia Scuotto
Originally appeared on: Open culture, by Josh Jones
http://www.openculture.com/2014/09/haruki-murakami-describes-the-essential-qualities-for-novelists.html



Vi abbiamo parlato moltissimo di Haruki Murakami ultimamente, e per una buona ragione. Non solo il popolarissimo romanziere giapponese ha pubblicato un nuovo romanzo, ma è anche in arrivo una novella, La Strana Biblioteca [N.d.T.1], una storia di 96 pagine riguardante uno "strano giro in biblioteca", edito da Knopf, in uscita il 2 dicembre. Mirabilmente prolifico, scrivendo pressappoco 3-4 romanzi per decennio dal primo nel 1979, e alcune raccolte di racconti e saggi, il notoriamente timido Murakami ha iniziato a scrivere un po' tardi nella vita, all'età di 30 anni, e a correre anche più tardi, a 33. Quest'ultima attività gli ha dato una grande quantità di materiale per il suo saggio L'arte di correre.

Come altri autori che scrivono pezzi di saggistica sui propri passatempi - Jamaica Kincaid sul giardinaggio, Hemingway sulla caccia - nel suo libro sulla corsa, Murakami non può fare a meno di trasformare la sua passione per il fitness in una metafora per la lettura e la scrittura. Data la sua naturale reticenza, inizia, con una precisazione: "un gentiluomo non dovrebbe andare ripetendo quello che fa per rimanere in forma."

Tuttavia, l'ultra-maratoneta non può fare a meno di indulgere. A un certo punto, lo scrivere sul correre si trasforma nello scrivere sulla scrittura, e in una sintesi delle qualità che deve avere un valido scrittore. Leggiamo i suoi pensieri condensati a seguire.

Talento:
Come Flannery O'Connor, di cui abbiamo citato i pensieri sul grado MFA [N.d.T.2] un paio di giorni fa, Murakami incornicia il talento come un attributo che non può essere insegnato o acquisito. Per lo scrittore, il talento è "più un prerequisito che una qualità necessaria [...] Non importa quanto entusiasmo e impegno tu metta nella scrittura, se manchi completamente di talento letterario puoi dimenticare di diventare un romanziere". Si potrebbe dire che tutto ciò sia scontato, ma per qualche motivo, sembra che le persone intrattengano l'idea di diventare uno scrittore più a lungo rispetto a quella di diventare, per esempio, un musicista o un pittore. Forse è per questo che Murakami poi fa un'analogia alla musica come una ricerca in cui, idealmente, l'attitudine naturale è indispensabile. Ma nel menzionare due dei suoi compositori preferiti, Schubert e Mozart, Murakami puntualizza che questi sono esempi di artisti "il cui genio è uscito in un tripudio di gloria". E si affretta a precisare che "per la stragrande maggioranza di noi questo non è il modello che seguiamo". Il romanziere come corridore, potremmo dire, dovrebbe allenarsi per una carriera correndo maratone.

Concentrazione: 
Murakami come corridore, medita un articolo dell'Economist, è "se non un pazzo [...] un uomo molto concentrato". Lo si dovrebbe essere per finire 27 maratone, tra le quali una mostruosa 62 miglia in Hokkaido, e diversi triathlon. Le qualità che lo servono nella sua disciplina fisica sono anche quelle che egli identifica come necessarie al romanziere. Murakami definisce la concentrazione come "la capacità di canalizzare tutti i propri limitati talenti su ciò che è importante in un dato momento. Senza questo non si può realizzare nulla di valore. Lui "generalmente si concentra sul lavoro per tre o quattro ore ogni mattina. Mi siedo alla mia scrivania e mi concentro totalmente su quello che sto scrivendo. Non vedo altro, non penso ad altro". Le memorie sulla corsa di Murakami possono contenere "lunghe descrizioni di programmi di allenamento e della dieta", ma quando si tratta di scrivere, sembra che ci sia un solo modo schiacciante per occuparsi della cosa. Sedersi e farlo.

Resistenza:
Ti consideri più uno scattista? Forse è meglio attenersi ai racconti brevi. "Se vi concentrate sulla scrittura per tre o quattro ore al giorno e vi sentite stanchi dopo una settimana" riprende Murakami, "non sarete in grado di scrivere un lavoro lungo. Ciò che è necessario allo scrittore di narrativa – o almeno a uno che spera di scrivere un romanzo - è l'energia di concentrarsi ogni giorno per sei mesi, o un anno, o due anni. Fortunatamente, queste due discipline – concentrazione e resistenza - sono diverse dal talento, in quanto possono essere acquisite e migliorate attraverso l'allenamento".
"L'atto di acquisizione" scrive Murakami, "è un po' come l'allenamento dei muscoli di cui ho scritto un momento fa. Coinvolge lo stesso processo del correre ogni giorno per rafforzare i muscoli e sviluppare il fisico di un corridore".

Chiaramente c'è poco spazio per stare con la testa tra le nuvole in attesa dell'ispirazione. Per estendere l'analogia, questo potrebbe essere paragonato al raro desiderio a cui si arriva nel provare una nuova, stimolante routine, un impulso che svanisce abbastanza rapidamente una volta che le cose si fanno dolorose e monotone. Ma per la scrittura, suggerisce Murakami, a volte è sufficiente solo essere presenti. Egli si riferisce alla disciplina di Raymond Chandler, il quale "ha fatto in modo di sedersi alla scrivania ogni singolo giorno e concentrsi", anche se non scriveva una parola. Si tratta di un'immagine adatta per quello che Murakami descrive come il bisogno dello scrittore di "trasmettere l'oggetto della vostra attenzione a tutto il corpo". Mi chiedo se si vada troppo oltre nell'affermare che questa frase tradisce il vero soggetto del libro sulla scrittura di Murakami.


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Josh Jones è uno scrittore e musicista con base a Durham, NC. Seguitelo su @jdmagness


Note del Traduttore
N.d.T.1: Edito in italiano da Einaudi, in uscita il 17 novembre 2015
N.d.T.2: Master of Fine Arts, richiede in genere 2-3 anni di studio post-laurea breve (bachelor's degree, BFA)

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