domenica 6 marzo 2016

‘House of Cards’: 5 cose da ricordare prima di vedere la quarta stagione.

Traduzione di: Silvia Scuotto
Originally appeared on: The New York Times, by Jen Chaney


Kevin Spacey in “House of Cards.”
David Giesbrecht / Netflix

La terza stagione di "House of Cards" si è conclusa praticamente in sospeso, con il presidente Frank Underwood che chiamava sua moglie, Claire, mentre lei usciva dalla Casa Bianca e, apparentemente, dal loro accordo matrimoniale e politico.

La quarta stagione, che è stata rilasciata su Netflix venerdì, riprende dal momento in cui ci aveva lasciato, pur continuando a seguire Underwood nella sua corsa per la rielezione.

Prima di trovarci in un altro casino, ecco alcuni punti da tenere a mente su alcuni dei personaggi principali dello show.


La partenza di Claire Underwood potrebbe essere molto dannosa per la rielezione del marito.
La frattura della scorsa stagione nel rapporto degli Underwood si è aggravata principalmente a causa di due eventi. Il primo riguarda le dimissioni di Claire come ambasciatore delle Nazioni Unite, scelta alla quale era stata costretta quando Frank ha promesso al presidente russo Viktor Petrov che lui l'avrebbe convinta a dimettersi. Il secondo avviene quando Claire legge un estratto della bozza del libro di Tom Yates, che descrive il matrimonio della coppia presidenziale come un'unione di eguali, spingendo Claire a realizzare la mancanza di verità in questa osservazione.

Quando ha provato a discutere delle sue preoccupazioni con Frank, lui le ha risposto come fanno tutti i mariti amorevoli: le ha stretto violentemente il viso tra le mani, dicendole di iniziare a fare il suo lavoro di supporto come first lady, altrimenti... Taglio sul rumore dei tacchi di Claire verso la porta d'ingresso della Casa Bianca, come se stesse interpretando la propria versione di "Donne" [N.d.T.].

Il candidato democratico Heather Dunbar e l'ex candidato Jackie Sharp hanno unito le forze.
Nella scorsa stagione, il tentativo di Dunbar di ricattare Underwood utilizzando il diario di Claire - che conteneva alcune informazioni dannose riguardanti la storia dell'aborto della first lady – le si era rivoltato contro. Ma nonostante abbia perso le primarie dell'Iowa, Dunbar ha ora Jackie Sharp dalla sua parte. E Sharp, alla quale precedentemente era stata promessa la vicepresidenza se avesse abbandonato la gara e appoggiato Underwood, è una politica esperta con buone ragioni per essere risentita con Frank, che l'ha gettata sotto un autobus nel corso di un dibattito democratico dal vivo.

Doug Stamper sta di nuovo "bene" ed è tornato al subdolo servizio di Underwood. Doug ha iniziato la terza stagione in modalità di recupero, soffre ancora di importanti lesioni fisiche dopo che Rachel Posner lo aveva attaccato per legittima difesa al termine della seconda stagione. Costretto a stare lontano dall'ufficio, Doug era precipitato di nuovo nell'alcolismo, ma alla fine si era rimesso in piedi in modo da potersi godere l'altra droga di cui è dipendente: impegnarsi in azioni sporche per Frank. Ha compiuto una delle peggiori verso la fine della scorsa stagione, quando ha finalmente ucciso Rachel - l'ex prostituta che sapeva un po' troppo sulle circostanze riguardanti la manipolazione e l'uccisione di Peter Russo a opera di Frank.

Non dimentichiamoci di Lucas Goodwin.
Ricordate il giornalista ed ex-fidanzato di Zoe Barnes, che Frank ha spinto giù dalla piattaforma della metropolitana, all'inizio della seconda stagione? L'ossessione di Lucas di svelare i crimini di Underwood alla fine lo ha mandato in prigione, per aver commesso atti di cyber-terrorismo. Lucas era fuori dai giochi nella scorsa stagione e presumibilmente ha ancora diversi anni da scontare.

Anche Seth Grayson potrebbe fare innervosire il presidente Underwood.
Prima che Doug negoziasse il suo reinserimento a capo di gabinetto, posizione lasciata libera da Remy Danton, Seth, capo delle comunicazioni, aveva fatto pressioni per quello stesso lavoro. Da persona che si era fatta strada nelle grazie del presidente tradendo la fiducia del suo precedente datore di lavoro, Raymond Tusk, un Seth insoddisfatto sembra potenzialmente pericoloso.


Nota del Traduttore
N.d.T.: "Donne - Waiting to Exhale" è un film del 1995 diretto da Forest Whitaker.

giovedì 3 marzo 2016

I croissant raddrizzati e il declino della civiltà

Traduzione di: Silvia Scuotto
Originally appeared on: The New Yorker, by Adam Gopnik


La catena di supermercati britannica Tesco ha deciso di sospendere la vendita di croissant a forma di croissant. 
Credit Photograph by Chris Mellor / Getty

I canoni della colazione internazionale sono stati scossi, potrebbe scrivere il Times, dalla notizia della scorsa settimana che Tesco, la catena di supermercati britannica, ha deciso di interrompere la vendita di croissant a forma di croissant. In realtà, la società ha annunciato che non venderà più "croissant curvi", ma, dato che "croissant" significa "mezzaluna", questa formulazione risulta, dal punto di vista linguistico, un po' un controsenso: se non è curvo, non è affatto un croissant. A dire in vero, la parola in inglese è migrata a significare non "pane da colazione friabile a forma di mezzaluna", ma "pane da colazione friabile", un cambiamento che ha generato anche la pratica newyorkese che hanno i fornai di definire un "pain au chocolat" - un cilindro di pane con il cioccolato dentro - un "croissant al cioccolato", sebbene si riferiscano a qualcosa che non è lontanamente a forma di mezzaluna, ma sembra invece esattamente un "pain au chocolat". Lo trovo particolarmente irritante, e tendo a dirlo, anche se mi trovo sulla stessa barca quando il mio italofilo fratello minore annuncia il suo fastidio quando gli viene offerto un "biscotti", quando ciò che gli viene dato è in realtà un singolare "biscotto". (Sì, la nostra è una famiglia particolare, di irritazioni provinciali.)

Il motivo che Tesco fornisce per la sua decisione è di per sé sorprendente: il capo della società, un tale Harry Jones, ha annunciato che è il fattore "spalmabilità" che ha ucciso la particolarità, insistendo sul fatto che "la maggioranza degli acquirenti trova più facile distribuire la marmellata, o il loro ripieno preferito, su una forma dritta con un unico movimento ampio". Ho riletto queste parole più e più volte nella mia mente, come una pastiglia in bocca, e devo ancora trovarvi un qualche senso. Quanto può essere difficile per gli inglesi, anche in questi giorni decadenti post-imperiali, usare un coltello per il pane e, con una semplice torsione del polso, spalmare la marmellata in un "un unico movimento ampio"? Non si può fare a meno di sospettare - senza prove, ma tale è la natura del sospetto - che dietro alla decisione di Tesco ci possa essere l'energia in più necessaria a costruire una macchina che spreme la pasta per croissant curva, invece che dritta.

Perché un croissant ha quella forma, in ogni caso? La prima verità è che non la ha, necessariamente. Come i visitatori veterani di panifici parigini sanno, i superiori croissant al burro sono già comunemente articolati come paste diritte – o, almeno, come dolcemente inclinate - mentre quelli inferiori, di olio o margarina, per legge devono essere ben girati. A volte, questo porta coloro i quali si aspettano chiarezza e logica, piuttosto che complessità e intrappolamento nel controsenso, dalle leggi francesi a pensare che i croissant dritti siano al burro e quelli curvi non lo siano. La verità è che un croissant al burro può essere di qualsiasi forma voglia, in base all'atavico principio aristocratico generale che, pioché il burro è migliore, crea il proprio regno di privilegio.

Si potrebbe solo desiderare che Umberto Eco, che abbiamo purtroppo perso la settimana scorsa, fosse ancora in giro per analizzare questo problema, perché Eco, molto prima di diventare il re della libreria dell'aeroporto, era un imperatore di segni, uno dei più importanti linguisti e semiologi del mondo. La logica alla base della forma a mezzaluna del croissant, si sospetta avrebbe detto, è "saussuriana", dal grande linguista all'inizio del ventesimo secolo Ferdinand de Saussure, che ha intravisto la verità che i segni linguistici sono arbitrari e trovano il loro significato solo essendo chiaramente distinti da altri segni in conflitto. Conosciamo "lunedì" solo perché non suona o appare come "domenica". P.G. Wodehouse, non a caso, ha mostrato la sua comprensione di questa regola quando uno dei Droni, in vacanza in Francia, ha sottolineano che gli era stata data una colazione continentale costituita da "un rotolo a forma di mezzaluna e un rotolo a forma di rotolo". Senza la brioche di accompagnamento standard, non ci sarebbe bisogno della curva; un rotolo a forma di rotolo ne produce uno curvo, come "domenica" crea "lunedì". Il croissant, in questa prospettiva, è curvo in modo da rendere ciò chiaro ciò che non è tanto quanto ciò che è.

Anche le profondità di significato di Murkier sicuramente risiedono qui, dove avrebbe scandagliato l'occhio di Eco. Senza dubbio qualche storico sociale, tra un secolo o giù di lì, scriverà una tesi esaminando come, proprio alla vigilia del minacciato "Brexit" - l'uscita dell'Inghilterra, almeno, dalla comunità europea – il colosso della Gran Bretagna abbia respinto con ostentazione una forma vista così chiaramente come francese, che è normalmente parte di quella che minacciosamente chiamiamo colazione "continentale". L'aggiunta di una forma nazionale arbitraria accanto alla canonica per tentare un croissant interamente inglese, sosterrà il futuro studioso, è un'affermazione di rifiuto di essere parte dell'Europa. (La mezzaluna, inoltre, è il simbolo dell'impero islamico, e i sospettosi vedranno un senso anche in questo).

Dall'altra parte della Manica, la prontezza dei britannici ad abbandonare la forma a mezzaluna risulta deprimente - in particolare perché arriva nello stesso momento in cui un altro adorabile dettaglio curvilineo francese, l'accento circonflesso, è sotto attacco. L'accento circonflesso è il piccolo cappello conico che indossano molte parole francesi per indicare un accento sonoro, ma sarà ora perduto, o almeno opzionale, su parole come coût. Secondo l'ultimo round di diktat dalla Académie Française - o, in realtà, da un diktat di più di vent'anni fa, ma solo ora entrato in vigore - l'accento circonflesso, che è effettivamente un impedimento alla ovvietà di ortografia, può essere riposto nella credenza dei vecchi ricami inutili.

L'era del cornetto raddrizzato incombe su di noi; già questa mattina da Pret a Manger, le paste sembrano sospettosamente più vicine alla linea verticale pura. Non è necessario essere un inguaribile nostalgico per sentire che eliminare la peculiarità del croissant, e decapitare l'accento circonflesso, ha un costo, o coût. Togliere la curva del croissant, come eliminare il circonflesso dalla circolazione, è un modo di rendere inflessibile il mondo, riducendo il deposito di civiltà superfluo che è essenziale per la sua sanità mentale, e per la nostra continuità. Cerchiamo di non raddrizzare la nostra colazione, o semplificare eccessivamente la nostra ortografia con troppo entusiasmo, o troppo presto. Tale livellamento, per quanto efficiente possa sembrare, alla fine semplicemente appiattisce le nostre menti.